Pesca al Laghetto - Prima Parte
(L’Attrezzatura)
I mesi avanzano, il freddo un po’ meno, ma l’idea di recarsi al lago e farsi una bella pescatina a Trote mi prende parecchio.
Diamo quindi un’occhiata all’attrezzatura necessaria per una nostra sessione di pesca.
Cosa portare…..tengo a precisare che per iniziare basta una canna, una coda del tipo galleggiante, finale conico o a nodi, alcune bobine di filo e qualche mosca….che poi vedremo in dettaglio.
Ma l’esperienza di qualche anno consiglia qualche accessorio in più….ognuno poi è libero di scegliere, il tutto comunque sta in una borsetta o gilet da pesca….eccetto la canna
Cominciamo…
La bollata è il momento più emozionante anche in lago.
Canna
9 piedi coda 6 è quella che preferisco, copre tutti gli utilizzi non è light, ma nemmeno pesante si riesce a fare la distanza e permette, quando serve di lanciare a vento. Molto spesso l’abbino ad una 10 piedi coda 7 molto utile, quando le trote stazionano a centro lago.
Quando non c’è vento utilizzo una canna sempre da 9 piedi coda 4, è un po’ come pescare light, il pesce lo senti di più e se scappa la trotona il divertimento è assicurato.
Le Code
Le mie preferite..Cosa portare…..tengo a precisare che per iniziare basta una canna, una coda del tipo galleggiante, finale conico o a nodi, alcune bobine di filo e qualche mosca….che poi vedremo in dettaglio.
Ma l’esperienza di qualche anno consiglia qualche accessorio in più….ognuno poi è libero di scegliere, il tutto comunque sta in una borsetta o gilet da pesca….eccetto la canna
Cominciamo…
La bollata è il momento più emozionante anche in lago.
Canna
9 piedi coda 6 è quella che preferisco, copre tutti gli utilizzi non è light, ma nemmeno pesante si riesce a fare la distanza e permette, quando serve di lanciare a vento. Molto spesso l’abbino ad una 10 piedi coda 7 molto utile, quando le trote stazionano a centro lago.
Quando non c’è vento utilizzo una canna sempre da 9 piedi coda 4, è un po’ come pescare light, il pesce lo senti di più e se scappa la trotona il divertimento è assicurato.
Le Code
La prima scelta ricade sul tipo galleggiante con profilo conico decentrato sulla punta quindi una WF (weight forward) questo perché ci permette di fare la distanza, quando serve ed aiutarci con un po’ di vento. Una buona percentuale la nostra azione di pesca sarà effettuata con una coda di questo tipo, per cercare le trote in superficie o su un fondale che non supera i tre metri.
Il colore non è fondamentale, anche se io personalmente cerco code di colore sul verdino perché si mimetizzino meglio sull’acqua. Ne esistono di tipi con la parte finale di una ventina di centimetri colorata di arancio che aiuta come indicatore di abboccata, ma più avanti ne parliamo.
Può capitare però che le Trote stazionino sul fondo, nei periodi molto freddi o caldi e nel periodo di frega ed ecco che ci servono due altre tipologie di code un’intermedia ed un’affondante.
La coda intermedia, stesso profilo della galleggiante (WF), ha un colore trasparente negli ultimi 9 o 10 piedi o completamente, ed ha la caratteristica di affondare in modo graduale.
Questo ci permette di portare le nostre imitazioni a profondità superiori ai tre metri ma in modo molto lento e naturale, considerando che le mosche sono fatte di piume, anche lo stesso movimento che assumono nell’affondare può stimolare un attacco.
La coda affondante, ne esistono di varie tipologie, ma quelle che funzionano meglio sono quelle in Tungsteno che affondano come sassi.
Questa coda permette di sondare il fondo, quando le Trote ci stazionano per il freddo o nel periodo della frega, andandole a disturbare con imitazioni molto particolari che vedremo in seguito….la curiosità ve la devo creare.
Una nota nell’utilizzo di queste due tipologie di code, essendo pesanti si lanciano con estrema facilità, ma proprio per questo bisogna attendere che tutta la coda uscisse dall’acqua per effettuare nuovamente il lancio, farlo prima caricherebbe troppo la canna con il rischio di romperla.
Un Po di pratica ed è facile utilizzarle, io le ritengo essenziali da portare sempre con se, per non dire mai….forse se utilizzavo…se provavo in fondo….ci siamo capiti
Una variante delle code affondanti sono le Teste da Shotting
Sono degli spezzoni da 8 piedi o 5 piedi, con gradi di affondamento diverso, Fast, Super Fast ed Extra Super Fast sinking già preparate con i loop ed una punta trasparente.
Queste, collegate ad una coda galleggiante mediante un nodo loop to loop, permettono di lavorare su medie e grandi profondità.
E’ una buona soluzione, ma comunque una leggera difficoltà nel lancio la crea considerando che abbiamo una coda decentrata che spinge ed un pezzo più pesante attaccato alla sua estremità con un nodo mobile….ma si può fare ed il risultato è garantito.
Una volta ferrata….comincia la lotta….e sale la tensione
Il finale normalmente della lunghezza della canna ( 9 piedi) quindi non superiore ai tre metri, può servire in alcuni casi un finale più lungo 12 piedi, quando le Trote stazionano in superficie e tocca essere lunghi per evitare di sbattere troppo la coda vicino e metterle in fuga.
Il finale può essere di tipo conico (Parte da un 0,60/0,50 ed arriva ad un 0,16/0,12) in un unico pezzo, oppure del tipo a nodi più fai da te e adatto alla PAM, una soluzione comoda potrebbe essere (lunghezza in cm./ diametro in centesimi di mm.): 70/0,60 – 30/0,50 – 30/0,40 – 30/0,35 – 70/0,20 – 40/0,18 – 30/0,16.
Entrambe le soluzioni sono valide per il lago e non creano troppe differenze, personalmente uso molto spesso quello conico che finisce con uno 0,16 o 0,14 a cui attacco con un nodo loop to loop una ventina di cm. di monofilo dello stesso diametro o poco di meno e la mosca.
In alcuni casi mi costruisco un finale a nodi partendo da uno 0,25 – 0,20 – 0,18 – 0,16 della lunghezza della canna, quando monto due o tre imitazioni per sondare vari strati dell’acqua.
Una precisazione, questi finali vanno bene, quando si pesca con coda galleggiante, per le code affondanti si usa uno spezzone unico di monofilo (uso normalmente un fluorcarbon) dello 0,20 o 0,18 al massimo 1,50 Mt. Questo perché l’azione di pesca che si fa deve permettere un giusto movimento e buona sensibilità della imitazione attaccata. Il diametro poi non conviene mai farlo scendere sotto lo 0,18 visto che le abboccate sono normalmente violente e se capita la Trotona il rischio è rompere tutto anche perché l’azione di pesca si svolge con canna bassa verso l’acqua in direzione della coda.
Piano… piano si stanca….la moschina comunque a fatto il suo dovere.
Un altro accessorio, ma non meno importante, è lo Strike Indicator.
Sono, come dice la parola stessa degli indicatori da apporre sul finale, essenzialmente di due tipi, in Foam con elastico nel mezzo per bloccarlo o in pasta che ha contatto con l’acqua si indurisce.
Elemento molto controverso, c’è chi pensa che renda la pesca a mosca molto simile ad altre discipline alieutiche meno “nobili”, chi lo vede come un bieco espediente per fare catture ad ogni costo e chi, come il sottoscritto, se ne frega di etichette o altri dogmi e lo applica al proprio finale senza troppi problemi.
Opinioni a parte esistono dei momenti pescando in un laghetto sportivo, in cui solo una piccola ninfa o chironomo sospesa ferma a mezz’ acqua può suscitare un’abboccata di alcune delle trote più belle.
….Lentamente….stanca si fa portare a riva…
In base all’uso che ne dovremo fare, dobbiamo scegliere il modello più indicato per la nostra pesca.
Colore, dimensione e silhouette, tutto questo gioca un ruolo fondamentale sulla distanza di pesca e sul peso delle imitazioni che dovremmo innescare sul terminale.
Una volta giunti sul laghetto, dovremmo poi stabilire la miglior profondità di pesca, operazione non facile, in base alle trote se in superficie o in profondità, ma questo lo vedremo in un prossimo capitolo dedicato all’azione di pesca.
Cosa importante comunque è che il segnalatore funziona soltanto se il terminale è ben teso, così da produrre un affondamento o semplicemente un sobbalzo del nostro piccolo “ galleggiante” all’abboccata della trota….cui dovrà seguire una ferrata e se pensate sia facile, provate!
Considerazioni finali
Pescare in un laghetto sportivo, c’è chi considera questa idea con disprezzo, perché poco si addice ad un pescatore PAM.
Personalmente penso che quando riesco a ritagliarmi quelle poche ore per la pesca, che sia in un laghetto sportivo, in riva ad un fiume o meglio su di uno scoglio in mare niente vale quella sensazione magica, che questo tipo di pesca mi trasmette e l’importante rimane per me comunque pescare.
Il laghetto sportivo é un ambiente non facile da interpretare, bisogna saper leggere comunque una serie variabili e per questo resta, a mio avviso, un’ottima palestra da frequentare.
Dimenticavo…
Alla fine…con soddisfazione l’abbiamo fotografata.
Ciao
Ciao
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