La Foto della Settimana

La Foto della Settimana
La Prima Carpa della Stagione

sabato 8 dicembre 2007

Marco Sammicheli

Amico "Salato", nel senso che é il pioniere se vogliamo della Pesca a Mosca in mare.

E' stato il primo a credere nelle grosse potenzialità che il "Mare Nostrum" può dimostrare, pescando dalla scogliera, spiaggia, in barca e Kayak.

Certo la presenza di pesce può essere minore rispetto ai Mari tropicali, ma anche nel Nostro mare i pesci si trovano e Lui lo ha dimostrato.

Ha scritto un libro sulle Tecniche della PAM salata, ricco di dettagli ed diverse tipologie di imitazioni.

Ha un sito dedicato esclusivamente alla Pesca a Mosca in Mare (trovate il link al lato del Blog) e se volete rendervi conto di quello che Marco ed i suoi amici combinano....andateci e stupitevi !

Ho avuto il piacere di pescare assieme a Lui ed al suo amico "Pipi" (Massimiliano) quest' estate all' Argentario, compagnia simpaticissima e veramente stimolante se si pensa il tipo di pesca che si va a fare.

Abbiamo litigato tutta la notte e parte della mattinata con dei Luccetti di mare.
E' sempre prodigo di consigli, anche con chi come me fa tante domande, ma ha poco tempo per frequentare il mare come fa Lui.
Per questa sua pazienza...dimostrata sul campo....ma anche per la sua simpatia, merita un posto d'onore in questo mio Blog.
Grande Marco !

venerdì 7 dicembre 2007

SANJUAN WORM

Parliamo adesso di una delle imitazioni che più amo in assoluto, sia per la facilità di costruzione che per la sua grande efficacia come catture su diverse tipologie come i salmonidi e ciprinidi.

Un po’ di storia….cito “Questa imitazione nasce nella metà degli anni ottanta negli Stati Uniti grazie ad il sig. Rizzato titolare di un Fly Shop sulle rive del fiume omonimo San Jaun River in new mexico…..la necessità era quella di imitare le numerose larve di chironomi e vermi di acqua presenti nel fiume tutto l’anno, così come quelli che cadono in acqua dopo un temporale….amati dalle Carpe ed altro.”

Idee semplici,imitazioni vincenti….cominciamo con i materiali.

Amo:dal 12 al 8 tipo Grub
Filo di montaggio: Stesso colore del corpo o più brillante per creare contrasto con gli anelli
Rigaggio: Tinsel color Rame o Rosso fine o medio
Corpo: Ultra ciniglia nei colori rosso,marrone,chartreuse


1. Montiamo un amo tipo grub,con l’occhiello leggermente piegato in alto ed avvolgiamo il filo di montaggio fino alla curva


2. Fissiamo alla curva un pezzo di filo ramato o rosso per il rigaggio


3. Nello stesso punto fissiamo il nostro pezzettino di Ciniglia rossa


4. Posizioniamo il filo di montaggio a ridosso dell’occhiello dell’amo e facendo assumere alla ciniglia la forma dell’amo la fissiamo all’altezza dell’occhiello stesso.Poi avvolgiamo il filo per il rigaggio fino all’occhiello con diversi passaggi.


5. Fermiamo il tinsel con il filo di montaggio e lo tagliamo,poi chiudiamo la nostra imitazione con alcuni nodi di chiusura.


6. Prendiamo una delle due estremità e la bruciamo leggermente con un accendino.


7. In modo da ottenere una leggera conicità


8. Lo facciamo anche all’altra estremità e l’imitazione è finta….bella no !


Con lo stesso sistema se ne possono fare molti e con i diversi colori

Il classico è quello rosso, che io uso spesso nei laghi nel periodo invernale per le trote, unito ad un segnalatore sul finale e richiamato lentamente con lunghe pause.
Il San Juan worm in acqua assume una forma raccolta e morbida ,proprio come quella di un verme che scende verso il fondo o lungo un fiume in balia della corrente.

In fiume molte volte è decisivo quando si trovano pesci che snobbano le imitazioni.
Con il San Juan worm perdono la diffidenza e non tradisce mai soprattutto quando le acque sono sporche o velate difficilmente non ho preso con questa imitazione.

Il colore giallo ultimamente lo sto usando con le Carpe e devo dire che funziona egregiamente.

Un ultima cosa nelle dimensioni piccole , tipo su ami del 12 o meno viene usato nei fiumi sui Barbi che sono attratti dal colore rosso

e….popolo di pescatori marini per i Cefali…..e su questo argomento vi saprò dire di più questa estate dopo il mio ritorno.

Ciao

giovedì 6 dicembre 2007



Il Lago Parco delle Trote si trova a pochi chilometri da Roma, sulla Cassia bis al Km 35 uscita Mazzano, in un oasi di verde vicino alle cascate di monte gelato(parco valle del treja). Curatissimo,ospita trote in abbondanza e alcune oltre i sette kg, nel lago sono presenti anche delle bellissime trote fario,salmonate e iridee.

Perché ne parlo......

in primo luogo per il gestore Alessio, ragazzo in gamba, serio e disponibile segue il lago e la clientela in un modo tutto speciale...l'altro per i suoi panini alla salciccia veramente notevoli...provare per credere.

Dopo il lavoro di svuotamento, quest'Estate il lago ha assunto una caratteristica meravigliosa quella di avere delle acque cristalline é non rendo l'idea.

Per me che faccio della pesca a mosca un divertimento, trovarmi nella situazione di poter pescare a vista anche in un laghetto a pagamento é veramente un piacere aggiunto, che una volta provato, difficilmente si può rinunciare.

Le trote poi rispondono molto bene, combattive e smalizziate tanto che per pescarle tocca utilizzare fili al fluorcarbon anche sottili.

Quando poi si intravedono le Trote grandi passare vicino...l'unica speranza é .....prenderle !

martedì 4 dicembre 2007


Mauro Pitorri


Prima di tutto un grande Amico la cui disponibilità é prima alla sua fama.



Pescatore completo,a 360 ° tutto ciò che ha pinne e respira con le Branchie difficilmente Lui non lo ha preso.



Vive a Rieti, dedica molto del suo tempo alla cura dei luoghi e della fauna Ittica presente nel Reatino.



In prima persona si é dedicato allo sviluppo della pesca a mosca nella Provincia di rieti, che pratica con grande competenza e bravura.



Scrive su diverse riviste del settore ed é un ottimo costruttore di Mosche artificiali ed altro.


A Lui devo molto della mia esperienza pescatoria nel Fiume Velino e Canale di Santa Susanna, ma anche nelle cave grazie a delle stupende e funzionali imitazioni, che ha ideato.

Persona che stimo molto e mi sembrava giusto e doveroso inserirlo in questo mio Blog



lunedì 3 dicembre 2007

Pesca al Laghetto - Prima Parte
(L’Attrezzatura)

I mesi avanzano, il freddo un po’ meno, ma l’idea di recarsi al lago e farsi una bella pescatina a Trote mi prende parecchio.

Diamo quindi un’occhiata all’attrezzatura necessaria per una nostra sessione di pesca.

Cosa portare…..tengo a precisare che per iniziare basta una canna, una coda del tipo galleggiante, finale conico o a nodi, alcune bobine di filo e qualche mosca….che poi vedremo in dettaglio.

Ma l’esperienza di qualche anno consiglia qualche accessorio in più….ognuno poi è libero di scegliere, il tutto comunque sta in una borsetta o gilet da pesca….eccetto la canna

Cominciamo…
La bollata è il momento più emozionante anche in lago.

Canna
9 piedi coda 6 è quella che preferisco, copre tutti gli utilizzi non è light, ma nemmeno pesante si riesce a fare la distanza e permette, quando serve di lanciare a vento. Molto spesso l’abbino ad una 10 piedi coda 7 molto utile, quando le trote stazionano a centro lago.

Quando non c’è vento utilizzo una canna sempre da 9 piedi coda 4, è un po’ come pescare light, il pesce lo senti di più e se scappa la trotona il divertimento è assicurato.

Le Code
Le mie preferite..

La prima scelta ricade sul tipo galleggiante con profilo conico decentrato sulla punta quindi una WF (weight forward) questo perché ci permette di fare la distanza, quando serve ed aiutarci con un po’ di vento. Una buona percentuale la nostra azione di pesca sarà effettuata con una coda di questo tipo, per cercare le trote in superficie o su un fondale che non supera i tre metri.
Il colore non è fondamentale, anche se io personalmente cerco code di colore sul verdino perché si mimetizzino meglio sull’acqua. Ne esistono di tipi con la parte finale di una ventina di centimetri colorata di arancio che aiuta come indicatore di abboccata, ma più avanti ne parliamo.
Può capitare però che le Trote stazionino sul fondo, nei periodi molto freddi o caldi e nel periodo di frega ed ecco che ci servono due altre tipologie di code un’intermedia ed un’affondante.

La coda intermedia, stesso profilo della galleggiante (WF), ha un colore trasparente negli ultimi 9 o 10 piedi o completamente, ed ha la caratteristica di affondare in modo graduale.

Questo ci permette di portare le nostre imitazioni a profondità superiori ai tre metri ma in modo molto lento e naturale, considerando che le mosche sono fatte di piume, anche lo stesso movimento che assumono nell’affondare può stimolare un attacco.

La coda affondante, ne esistono di varie tipologie, ma quelle che funzionano meglio sono quelle in Tungsteno che affondano come sassi.
Questa coda permette di sondare il fondo, quando le Trote ci stazionano per il freddo o nel periodo della frega, andandole a disturbare con imitazioni molto particolari che vedremo in seguito….la curiosità ve la devo creare.

Una nota nell’utilizzo di queste due tipologie di code, essendo pesanti si lanciano con estrema facilità, ma proprio per questo bisogna attendere che tutta la coda uscisse dall’acqua per effettuare nuovamente il lancio, farlo prima caricherebbe troppo la canna con il rischio di romperla.

Un Po di pratica ed è facile utilizzarle, io le ritengo essenziali da portare sempre con se, per non dire mai….forse se utilizzavo…se provavo in fondo….ci siamo capiti

Una variante delle code affondanti sono le Teste da Shotting


Sono degli spezzoni da 8 piedi o 5 piedi, con gradi di affondamento diverso, Fast, Super Fast ed Extra Super Fast sinking già preparate con i loop ed una punta trasparente.

Queste, collegate ad una coda galleggiante mediante un nodo loop to loop, permettono di lavorare su medie e grandi profondità.

E’ una buona soluzione, ma comunque una leggera difficoltà nel lancio la crea considerando che abbiamo una coda decentrata che spinge ed un pezzo più pesante attaccato alla sua estremità con un nodo mobile….ma si può fare ed il risultato è garantito.


Una volta ferrata….comincia la lotta….e sale la tensione

Il finale normalmente della lunghezza della canna ( 9 piedi) quindi non superiore ai tre metri, può servire in alcuni casi un finale più lungo 12 piedi, quando le Trote stazionano in superficie e tocca essere lunghi per evitare di sbattere troppo la coda vicino e metterle in fuga.

Il finale può essere di tipo conico (Parte da un 0,60/0,50 ed arriva ad un 0,16/0,12) in un unico pezzo, oppure del tipo a nodi più fai da te e adatto alla PAM, una soluzione comoda potrebbe essere (lunghezza in cm./ diametro in centesimi di mm.): 70/0,60 – 30/0,50 – 30/0,40 – 30/0,35 – 70/0,20 – 40/0,18 – 30/0,16.

Entrambe le soluzioni sono valide per il lago e non creano troppe differenze, personalmente uso molto spesso quello conico che finisce con uno 0,16 o 0,14 a cui attacco con un nodo loop to loop una ventina di cm. di monofilo dello stesso diametro o poco di meno e la mosca.

In alcuni casi mi costruisco un finale a nodi partendo da uno 0,25 – 0,20 – 0,18 – 0,16 della lunghezza della canna, quando monto due o tre imitazioni per sondare vari strati dell’acqua.

Una precisazione, questi finali vanno bene, quando si pesca con coda galleggiante, per le code affondanti si usa uno spezzone unico di monofilo (uso normalmente un fluorcarbon) dello 0,20 o 0,18 al massimo 1,50 Mt. Questo perché l’azione di pesca che si fa deve permettere un giusto movimento e buona sensibilità della imitazione attaccata. Il diametro poi non conviene mai farlo scendere sotto lo 0,18 visto che le abboccate sono normalmente violente e se capita la Trotona il rischio è rompere tutto anche perché l’azione di pesca si svolge con canna bassa verso l’acqua in direzione della coda.
Piano… piano si stanca….la moschina comunque a fatto il suo dovere.

Un altro accessorio, ma non meno importante, è lo Strike Indicator.
Sono, come dice la parola stessa degli indicatori da apporre sul finale, essenzialmente di due tipi, in Foam con elastico nel mezzo per bloccarlo o in pasta che ha contatto con l’acqua si indurisce.

Elemento molto controverso, c’è chi pensa che renda la pesca a mosca molto simile ad altre discipline alieutiche meno “nobili”, chi lo vede come un bieco espediente per fare catture ad ogni costo e chi, come il sottoscritto, se ne frega di etichette o altri dogmi e lo applica al proprio finale senza troppi problemi.
Opinioni a parte esistono dei momenti pescando in un laghetto sportivo, in cui solo una piccola ninfa o chironomo sospesa ferma a mezz’ acqua può suscitare un’abboccata di alcune delle trote più belle.
….Lentamente….stanca si fa portare a riva

In base all’uso che ne dovremo fare, dobbiamo scegliere il modello più indicato per la nostra pesca.
Colore, dimensione e silhouette, tutto questo gioca un ruolo fondamentale sulla distanza di pesca e sul peso delle imitazioni che dovremmo innescare sul terminale.
Una volta giunti sul laghetto, dovremmo poi stabilire la miglior profondità di pesca, operazione non facile, in base alle trote se in superficie o in profondità, ma questo lo vedremo in un prossimo capitolo dedicato all’azione di pesca.

Cosa importante comunque è che il segnalatore funziona soltanto se il terminale è ben teso, così da produrre un affondamento o semplicemente un sobbalzo del nostro piccolo “ galleggiante” all’abboccata della trota….cui dovrà seguire una ferrata e se pensate sia facile, provate!

Considerazioni finali
Pescare in un laghetto sportivo, c’è chi considera questa idea con disprezzo, perché poco si addice ad un pescatore PAM.

Personalmente penso che quando riesco a ritagliarmi quelle poche ore per la pesca, che sia in un laghetto sportivo, in riva ad un fiume o meglio su di uno scoglio in mare niente vale quella sensazione magica, che questo tipo di pesca mi trasmette e l’importante rimane per me comunque pescare.

Il laghetto sportivo é un ambiente non facile da interpretare, bisogna saper leggere comunque una serie variabili e per questo resta, a mio avviso, un’ottima palestra da frequentare.

Dimenticavo…
Alla fine…con soddisfazione l’abbiamo fotografata.


Ciao

sabato 1 dicembre 2007





A spasso sul Velino…

Nella Provincia di Rieti , scorre uno dei fiumi più belli d’Italia il Velino.

Le sue acque sono veramente favolose , limpide e chiare con sponde ricche di vegetazione e piante le cui radici finiscono nel fiume, conferendogli un aspetto ancora naturale e selvaggio.

La purezza delle sue acque permette una crescita serena e ricca di linfe ben ossigenate nelle quali si nascondono delle bellissime Trote fario ed iridee ma anche dei bellissimi Temoli e nelle zone fuori dalla città prima di venire in contatto con alcuni dei torrenti da cui riceve le acque anche di bellissimi Lucci.

Un gran lavoro fatto dalla Provincia ma anche da persone che fanno delle pesca prima una passione e poi un lavoro, ha permesso quest’anno un magnifico ripopolamento di esemplari fantastici per la livrea ma anche per la loro combattività , senza dimenticare che le trote qui sanno “…..leggere e scrivere…..” e questo rende ancora più suggestive le uscite e le catture.quando queste avvengono.

Parliamo del tratto cittadino del Velino, cioè una zona No-kill che scorre nel cuore della città di Rieti.


Questo tratto appositamente segnalato da cartelli, riguarda una zona di sola pesca a mosca, che comprende il vecchio Ponte romano


Che collega al centro di Rieti la parte esterna della Città , caratteristica del posto sono le persone che passando sopra il ponte ti augurano il fatidico “Buona P***a” come se bastasse quello…..é talmente bello il luogo che nemmeno ci fai caso e poi le trote le prendi lo stesso.


I Salmonidi che popolano il Velino sono unici. Normalmente la taglia media si aggira sui 30 cm di lunghezza sino ai 50-55 cm. Molto vispe e combattive,al tempo stesso molto selettive nella scelta dell’imitazione, una volta agganciata una Trota di questo magnifico fiume bisogna impegnarsi in una bella lotta per la forza che esprimono che è al di sopra della media delle normali trote da fiume.
La livrea si commenta da sola….


La tecnica usata è diversa a seconda del periodo e del tempo che si incontra, la mattina (almeno nei primi mesi dell’apertura) il Velino nel tratto cittadino è molto alto e veloce la pesca più indicata è quella a Ninfa pesante usando delle imitazioni grosse ed appesantite da alcuni giri di piombo che raggiungono presto il fondo o dei Portasassi, molto funzionali in questo fiume.

Nelle prime ore del pomeriggio l’acqua si abbassa, questo per opera di una chiusa a valle del fiume le trote cominciano a bollare per la partenza di alcune schiuse di insetti e quindi via libera alla pesca a secca.

Resta comunque il fatto che essendo molto diverso nel suo corso si possa pescare a secca anche durante la mattina e viceversa.

Concludo dicendo che per esercitare la pesca in questo bellissimo fiume, ma anche nelle altre acque della Provincia di Rieti occorre un apposito tesserino rilasciato dalla provincia stessa e per la pesca nei tratti no-kill un apposito permesso annuo.

Quello che ho scritto qui è frutto di mesi di esperienza fatta sul fiume…..anzi dentro….vista la possibilità di pescare con i waders e consigli di amici con i quali ho avuto la fortuna di pescare come Mauro Pitorri…”leggenda” della mosca reatina.


Ciao a Tutti …..


Nasco il 28 novembre del 1966 e vivo nella Provincia di Roma.
Mio padre mi trasmette questa bellissima passione..... La Pesca.
Con lui appena dodicenne comincio a pescare nei laghetti ed a partecipare alle prime garette in giro per il Lazio, passando dei momenti indimenticabili, quando le canne da punta ed i lombrichi erano la massima espressione della pesca alla Trota.
La sua prematura scomparsa, mi porta ad un blocco della passione per anni sino al 2003 quando grazie ai miei figli questa mia voglia riprende. Ricomincio nei laghetti con le nuove e moderne tecniche di pesca....anche se con le mie vecchie canne ancora qualcosa si prendeva.
Mi dedico al Ledgering conoscendo nuovi amici e spingendomi in fiumi come il Tevere ma anche laghi, sempre con i miei figli che mi accompagnano e mi incoraggiano divertendosi, sfidando pesci di altre taglie e misure.
Breve parentesi nello spinning, ma é da tre anni che sono rimasto folgorato per la Tecnica della Pesca a Mosca.
La passione per questa pesca mi ha portato ha documentarmi sulla costruzione, comprando libri e DVD. Conoscendo persone che di questa pesca ne fanno un lavoro ed una pasione da anni, sempre disponibili comunque ad ogni consiglio.
Passo ore intere a costruire e poi provare le mie esche, assieme ai miei figli, che spero un giorno possano apprendere questa meravigliosa "Espressione" della Pesca.
Vado in fiume ed al lago, che ritengo comunque parte integrante nel bagaglio di ogni pescatore, spaziando nella Pesca a mosca alla Trota ma anche alle Carpe , Amur ed altro sino al Mare.
Da poco faccio il moderatore di uno spazio dedicato alla Pesca a Mosca, su un sito di amici dedicato alla pesca.
Perché il BLOG.....
Perché per mia indole, mi piace trasmettere agli altri la mia passione ed esperienza, primi i miei figli e conoscere altre persone che condividano questa passione.

Carpa in....ricerca.